sabato 11 luglio 2009

Le radici cristiane dell'Italia

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Attenzione! Perchè mentre noi siamo distratti, quattro invasati che hanno diritto di parola in Parlamento stanno cercando di cambiare il primo articolo della Costituzione.

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro [sic].

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


I banditi in questione sono ALESSANDRA MUSSOLINI, ANTONIO PEPE, RENATO FARINA, MANUELA DI CENTA.
Sì, quel Renato Farina. E sì, quella Manuela Di Centa.
Nelle motivazioni allegate alla loro indecente proposta di legge, si possono assaporare rievocazioni storiche di pansiana memoria e un'analisi sociologica della società attuale di chiara derivazione crepetiana:

Onorevoli Colleghi! - I Padri costituenti, dopo l'esperienza della guerra, vollero marcare, con il primo articolo della Costituzione, la volontà di ricostruzione del popolo italiano. Ricostruzione in senso materiale e morale, e per questa ragione fu giustamente introdotto come fondante il lavoro.
In quel momento non c'era bisogno di notare l'ovvio, e che cioè esistesse, più profondo delle divisioni ideologiche, un sostrato comune, un «ethos» nazionale e locale che non può che definirsi «cristiano». Oggi, in un momento di diffuso smarrimento, specie delle giovani generazioni, è importante che quanto era sottinteso nella visione dei Padri costituenti sia esplicitato e posto come visibile punto di coesione del nostro popolo e come punto di paragone necessario per uomini di altre culture e tradizioni che, stabilendosi in Italia, la vogliano arricchire con la loro differenza integrandola, però, con il portato della nostra civiltà.
Siamo consapevoli che in questa definizione di civiltà cristiana concorrono gli apporti della cultura classica, di quella giudaica, di quella celtica e, in fasi successive, di quella illuministica. Ma la cultura-civiltà cristiana è da intendere come il luogo sintetico e simbolico più importante e caratterizzante della nostra storia e del nostro presente. Ed è per questo che qui si propone di modificare l'articolo 1 della Carta costituzionale, introducendo il riconoscimento delle radici cristiane come fondamento della nostra civiltà.

Loro il primo articolo della Costituzione lo vorrebbero così:

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro [sic], e riconosce le radici cristiane come fondamento della civiltà italiana.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


Noi no!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

@Titus:
ciao..noi no!per quale motivo?..non voglio essere polemica ma non capisco se no perché i padri della costituzione secondo te non abbiano lasciato sottintendere un bel nulla o c'è un altro motivo?..scusa la domanda ma vorrei raccogliere più punti di vista possibili per farmene un'idea più precisa.

Titus Bresthell ha detto...

ciao. anche perchè i fondatori della repubblica, a mio giudizio, hanno voluto giustamente lasciar fuori la religione dalla costituzione di uno stato. e poi dire che l'italia ha radici cristiane è un aborto: si ignorano secoli e millenni di influenze culturali da tutto il mondo per concentrarsi, strumentalmente (nelle motivazioni è esplicito questo intento), su un'unica scuola di pensiero.
e poi, con il vaticano in casa, sarebbe un po' come abdicare.
e per ultimo, che a decidere su tale questione e che a cambiare la costituzione siano betulla, la mussolini e la di centa, proprio non esiste.
per me/noi, è inaccettabile.

Anonimo ha detto...

@Titus
già.inoltre si creerebbe una sorta di precedente,un apripista per chi in realtà è da un pò che vuole metterci le mani sopra e di certo non per apportare modifiche innocue..

Pel(l)acani ha detto...

A me i culti dionisiaci greci non dispiacevano affatto; si possono inseire anche quelli, come radici delle stragi del sabato sera e dei festini a casa del priamo ministro in carica?

Titus Bresthell ha detto...

@pellacani
scherzi? i culti dionisiaci sono cul-turalmente molto più elevati!

Anonimo ha detto...

Paradossalmente, l'Art. 1 della Costituzione, nella sua ambiguità involontariamente ironica ("Repubblica fondata sul lavoro" sembra tanto una presa per il culo), è in realtà uno dei primi 'compromessi storici' tra DC e PCI. La dicitura originale era infatti: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sui Lavoratori" e ciò avrebbe presupposto la natura social-comunista della nuova repubblica, inscritta nella sua stessa carta fondamentale, con tutte le implicazioni politiche che ciò avrebbe comportato. Si pensi alla DDR "Repubblica Democratica dei lavoratori tedeschi".
Dopo un estenuante braccio di ferro sulle parole, alla fine si optò per il meno rivoluzionario "lavoro" al posto di "lavoratori", con la mediazione (mi pare) di Umberto Terracini. Vado a memoria e potrei sbagliare.
A proposito invece delle "radici cristiane" etc. etc, sorvolando sull'identità dei promotori dell'allucinante proposta, mi sembra una pericolosa stronzata (Sit venia verbo!) e, con il doveroso permesso del padrone di casa, vorrei aggiungere qualche altra obiezione a quanto giustamente sottolineato da Titus.
Questa cosa dei ‘fondamenti’ costituisce infatti una vecchia fissazione vaticana, prontamente recepita dalla destra clericale e dalle varie cloache sanfediste. Con una strizzatina d’occhio a Israele (le “radici giudaiche”), per farsi perdonare 2000 di persecuzioni, e un genocidio, contro gli ebrei, si mira soprattutto a consolidare il nuovo fronte ideologico contro la ‘minaccia islamica’, in linea con lo “scontro di civiltà” propugnato da Huntington. E con le incredibili “radici celtiche” si rende un demenziale omaggio a certi alleati di governo: i nazi-padani della Lega.
Inoltre, un simile articolo così formulato stabilisce il primato della religione cristiana e sancisce, fin dalla Costituzione, la natura religiosa dello Stato. Ciò conferirebbe un sigillo ecclesiastico alle decisioni dello Stato medesimo, rigidamente condizionate da un indirizzo di tipo confessionale. Un governo del genere esiste in IRAN e si chiama TEOCRAZIA. Ma in Italia il risultato potrebbe essere persino peggiore...
Mi spiego meglio: se “le radici cristiane sono il fondamento della civiltà italiana” (sic!), vuol dire che tutte le Istituzioni, le Leggi, le Politiche dello Stato devono conformarsi (ed ubbidire) ai principi ed ai dogmi del Cristianesimo, cioè alla Chiesa, ovvero al Papa, e quindi ai dettami di uno STATO STRANIERO. Faccio notare che il Vaticano è una delle pochissime autocrazie assolute del pianeta.
Questo pregiudicherebbe non solo la libertà di culto, ma gli stessi diritti e le libertà individuali dei singoli. Chi non è cristiano o non si riconosce nei dettami della Chiesa (e del Clero) non è italiano, è “anti-nazionale”, va contro i principi del nuovo “Stato etico” (un esempio di ‘Stato etico’ era il III° Reich di Hitler) e la radici stesse della propria civiltà! Simili individui smettono di essere cittadini, per divenire potenziali “hostes publici” attorno ai quali stendere un cordono sanitario. Gente da controllare ed, eventualmente, punire preventivamente.
In fondo è la riedizione di un antico principio, tanto per ribadire chi è che comanda: “Cuius Regio Eius Religio”. In genere, la pena per i trasgressori era il rogo e, in tempi più recenti, le camere a gas. Perché preoccuparsi tanto? Per quale motivo non appoggiare la mozione del Betulla nazionale, della Ducia, una sciatrice, e kameraden variamente assortiti?!?

Anonimo ha detto...

Paradossalmente, l'Art. 1 della Costituzione, nella sua ambiguità involontariamente ironica ("Repubblica fondata sul lavoro" sembra tanto una presa per il culo), è in realtà uno dei primi 'compromessi storici' tra DC e PCI. La dicitura originale era infatti: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sui Lavoratori" e ciò avrebbe presupposto la natura social-comunista della nuova repubblica, inscritta nella sua stessa carta fondamentale, con tutte le implicazioni politiche che ciò avrebbe comportato. Si pensi alla DDR "Repubblica Democratica dei lavoratori tedeschi".
Dopo un estenuante braccio di ferro sulle parole, alla fine si optò per il meno rivoluzionario "lavoro" al posto di "lavoratori", con la mediazione (mi pare) di Umberto Terracini. Vado a memoria e potrei sbagliare.
A proposito invece delle "radici cristiane" etc. etc, sorvolando sull'identità dei promotori dell'allucinante proposta, mi sembra una pericolosa stronzata (Sit venia verbo!) e, con il doveroso permesso del padrone di casa, vorrei aggiungere qualche altra obiezione a quanto giustamente sottolineato da Titus.
Questa cosa dei ‘fondamenti’ costituisce infatti una vecchia fissazione vaticana, prontamente recepita dalla destra clericale e dalle varie cloache sanfediste. Con una strizzatina d’occhio a Israele (le “radici giudaiche”), per farsi perdonare 2000 di persecuzioni, e un genocidio, contro gli ebrei, si mira soprattutto a consolidare il nuovo fronte ideologico contro la ‘minaccia islamica’, in linea con lo “scontro di civiltà” propugnato da Huntington. E con le incredibili “radici celtiche” si rende un demenziale omaggio a certi alleati di governo: i nazi-padani della Lega.
Inoltre, un simile articolo così formulato stabilisce il primato della religione cristiana e sancisce, fin dalla Costituzione, la natura religiosa dello Stato. Ciò conferirebbe un sigillo ecclesiastico alle decisioni dello Stato medesimo, rigidamente condizionate da un indirizzo di tipo confessionale. Un governo del genere esiste in IRAN e si chiama TEOCRAZIA. Ma in Italia il risultato potrebbe essere persino peggiore...
Mi spiego meglio: se “le radici cristiane sono il fondamento della civiltà italiana” (sic!), vuol dire che tutte le Istituzioni, le Leggi, le Politiche dello Stato devono conformarsi (ed ubbidire) ai principi ed ai dogmi del Cristianesimo, cioè alla Chiesa, ovvero al Papa, e quindi ai dettami di uno STATO STRANIERO. Faccio notare che il Vaticano è una delle pochissime autocrazie assolute del pianeta.
Questo pregiudicherebbe non solo la libertà di culto, ma gli stessi diritti e le libertà individuali dei singoli. Chi non è cristiano o non si riconosce nei dettami della Chiesa (e del Clero) non è italiano, è “anti-nazionale”, va contro i principi del nuovo “Stato etico” (un esempio di ‘Stato etico’ era il III° Reich di Hitler) e la radici stesse della propria civiltà! Simili individui smettono di essere cittadini, per divenire potenziali “hostes publici” attorno ai quali stendere un cordono sanitario. Gente da controllare ed, eventualmente, punire preventivamente.
In fondo è la riedizione di un antico principio, tanto per ribadire chi è che comanda: “Cuius Regio Eius Religio”. In genere, la pena per i trasgressori era il rogo e, in tempi più recenti, le camere a gas. Perché preoccuparsi tanto? Per quale motivo non appoggiare la mozione del Betulla nazionale, della Ducia, una sciatrice, e kameraden variamente assortiti?!?

Titus Bresthell ha detto...

@liberthalia:
azzarola, dopo un commento così, difficile aggiungere qualcosa.
quindi grazie mille.
tutto condivisibilissimo, soprattutto questa parte:

Chi non è cristiano o non si riconosce nei dettami della Chiesa (e del Clero) non è italiano, è “anti-nazionale”, va contro i principi del nuovo “Stato etico” (un esempio di ‘Stato etico’ era il III° Reich di Hitler) e la radici stesse della propria civiltà! Simili individui smettono di essere cittadini, per divenire potenziali “hostes publici” attorno ai quali stendere un cordono sanitario. Gente da controllare ed, eventualmente, punire preventivamente.

ciao! alla prossima!